Radon: la nuova Direttiva

Che cos'è il gas radon, quali sono i rischi e come tutelarsi

30 luglio 2018
Dal 6 febbraio 2018 è in vigore la Direttiva relativa alla misurazione semestrale del gas radon. Si tratta di un gas nobile e radioattivo che si accumula all’interno delle abitazioni diventando una delle principali cause di tumore ai polmoni; più il terreno è permeabile più il radon riesce a salire in superficie.

In Italia la Direttiva non è ancora stata recepita, perciò le modalità di adozione non sono ancora del tutto chiare. Ciò che è certo è che per la costruzione di immobili sarà obbligatorio richiedere l’intervento di un tecnico esperto in radioprotezione che dovrà effettuare delle misurazioni per verificare il livello di concentrazione del gas. 
Se l’esito supera i 300 Bp/m³, il proprietario dell’immobile deve presentare al Comune entro 60 giorni un piano di risanamento.

Il radon, scoperto nel 1898 da Marie Curie e Pierre, si forma in modo naturale dal decadimento del radio, generato a sua volta dal decadimento dell’uranio.
Le principali fonti di inquinamento da radon negli ambienti chiusi sono:
 
  • il suolo: il radon prodotto nel suolo si diffonde e arriva in superficie;
  • i materiali da costruzione: granito, porfido, tufo, pozzolana, etc.. che contengono uranio;
  • l’acqua: il radon è solubile ed è quindi presente nell’acqua in particolar modo nelle acque profonde delle falde.
Esistono alcuni metodi per la riduzione della presenza di radon:
 
Isolamento del fondamento dell’edificio
Nelle nuove costruzioni la riduzione della presenza di radon è data dall’isolamento dell’edificio per la parte a contatto con il terreno. È quindi opportuno creare una platea di fondazione in calestruzzo senza interruzioni e realizzare nello stesso materiale anche le pareti a contatto col terreno. Importante è anche isolare le tubazioni delle acque di scarico e i cavi elettrici con dei materiali isolanti.
 
Sistema di ventilazione meccanica sotto le fondazioni
Viene creata una depressione sotto le fondazioni dell’edificio. Il radon viene incanalato in tubi di circa 10 cm di diametro posti sotto la platea ventilati attivamente o passivamente.
 
Realizzazione di un vespaio sotto la platea di fondazione
È una soluzione adottata principalmente per gli edifici privi di locali sotterranei. Il vespaio viene aerato naturalmente creando delle correnti d’aria, oppure attivamente tramite l’uso di un ventilatore.
 
Pozzetto radon
Viene realizzata una cavità nel terreno (pozzetto di estrazione) collegata ad una tubazione di scarico del gas all’esterno. L’aria presente nel pozzetto viene aspirata passivamente o tramite un aspiratore. Il metodo è adatto soprattutto per edifici dove non è presente un vespaio, ma una fondazione a platea ed è efficace perché la quantità di radon viene ridotta direttamente nel sottosuolo. I benefici sono tanto più elevati quanto più il terreno presenta una bassa porosità. Inoltre in inverno l’aspirazione passiva funziona soltanto se le tubazioni sono poste all’interno dell’edificio, se le tubazioni sono invece poste all’esterno, a causa della differenza di temperatura, è necessaria un’estrazione con aspiratore.
 
Di seguito trovi una mappa che rappresenta i risultati dell’indagine nazionale sull’esposizione al radon nelle abitazioni italiane svolta dall’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale). 
Attenzione! L'immagine non fornisce indicazioni relative al livello di radon nella propria abitazione/edificio, per questo sono necessarie indagini approfondite.
Regioni diffusione radon
 
 
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