Pulizia dei pavimenti industriali

Pulizia dei pavimenti industriali in calcestruzzo e resina: 5 risposte a 5 domande

Semplici accorgimenti per la corretta e costante pulizia delle pavimentazioni dell’azienda. Fondamentale attività che contribuisce a migliorare la durata della pavimentazione stessa e chiaramente anche l’aspetto estetico ed igienico dell’ambiente. Ecco 5 risposte a 5 domande frequenti.
 
Pulizia pavimenti industriali - Recodi.it
 
1. Per la pulizia del mio pavimento in resina e/o in calcestruzzo posso usare comuni detergenti?
Tendenzialmente sì, ma è sempre preferibile prestare attenzione al ph riportato sull’etichetta perchè ogni pavimento presenta caratteristiche diverse che richiedono un diverso trattamento.
Nel caso di pavimenti in calcestruzzo è bene che il prodotto non abbia un Ph inferiore a 7. Il calcestruzzo ha infatti Ph di circa 8,5 nella parte corticale, per questo è importante che non vengano utilizzati acidi tamponanti, neppure se diluiti con acqua, che deteriorerebbero il cemento che lega gli inerti.
Nel caso invece dei rivestimenti in resina sono ammessi in genere tutti i prodotti pulenti basici (Ph>7, diluizioni consigliate dal produttore), e i prodotti con moderato effetto acido e Ph non inferiore a 5. Evitate invece i prodotti contenenti composti di iodio, perché reagendo con i pigmenti utilizzati per la formazione del colore possono macchiare il rivestimento. Infine evitate assolutamente prodotti contenenti acido fosforico.
In ogni caso è buona norma testare sempre il prodotto su una piccola porzione di pavimento prima di utilizzarlo su tutta l’area.
 
2. Quanto tempo deve essere lasciato agire il detergente?
È sempre bene affidarsi alle indicazioni date dal produttore, ricordate però che un’applicazione di pochi secondi del detergente non è sufficiente a rendere efficace la pulizia: ogni prodotto necessita infatti di un tempo minimo di posa per agire. Questo problema si verifica soprattutto con l’utilizzo (scorretto) di macchinari per la pulizia (es. macchine lavasciuga) che velocizzano le tempistiche, a scapito dell’efficacia della pulizia. Per questo è importante utilizzare le macchine per la pulizia in due passate distanziate di qualche minuto e permettere al prodotto di svolgere la sua funzione. 
Considerate inoltre che l’efficacia delle operazioni di pulizia dipende anche dal grado di ruvidità della superficie: tanto più questa è rugosa tanto maggiore sarà sia il tempo di contatto del detergente con il pavimento, che la sua concentrazione e temperatura.
 
3. Posso utilizzare macchine lavapavimenti?
Certo, è possibile utilizzare macchine lavapavimenti attrezzate in funzione dello sporco e della superficie che si andrà a trattare.
Per una pulizia semplice su pavimentazioni in calcestruzzo è possibile utilizzare la motoscopa
Per una pulizia più profonda è consigliato invece l’uso di una monospazzola provvista di scotch brite di colore rosso o nero, oppure di una lavapavimenti dotata di spazzole semirigide.
Per quanto riguarda i rivestimenti in resina è bene prestare attenzione al tipo di mezzo utilizzato. 
Se la superficie è liscia è sufficiente una macchina lavasciuga o monodisco attrezzata con spazzola a setole di durezza media (meglio se più morbide), o disco a bassa azione abrasiva. Se la superficie ha ruvidità media le spazzole della macchina lavasciuga o monodisco potranno essere attrezzate con spazzole più ruvide. 
L’idropulitrice con getto a pressione è, invece, da utilizzare solo se indicato dal produttore.
É importante ricordare che in generale i rivestimenti in resina (epossidica, poliuretanica, metacrilica, ecc.) resistono a temperature sino a massimo 50°C. Solo con alcune formulazioni (poliuretano-cemento) è possibile arrivare fino a circa 100°C.
 
4. Quali modalità di pulizia vanno impiegate nei primi giorni successivi alla realizzazione del rivestimento in resina?
Nei primi giorni successivi alla realizzazione del rivestimento è bene porre maggiore attenzione alle operazioni di pulizia, in quanto il rivestimento raggiungerà gradualmente il massimo della sua resistenza. Pertanto è sconsigliato sottoporre il rivestimento al contatto con liquidi (acqua, alcool, diluenti acidi) per almeno 3 giorni, mantenendo una temperatura di almeno 20°C. Col diminuire della temperatura aumentano i tempi di catalizzazione e di conseguenza i tempi di utilizzo della pavimentazione, in particolar modo per il contatto con acqua o liquidi vari e l’appoggio di un oggetto che abbia un contenuto di umidità (es. bancale umido o altro) e con umidità relativa ambientale superiore all’80%. Con queste condizioni è opportuno eseguire una prova di carbonatazione mettendo dell’acqua su una piccola superficie della pavimentazione: il contatto non deve sbiancare il rivestimento.
 
5. È possibile rimuovere oli o sostanze impregnanti dal pavimento in calcestruzzo?
Il calcestruzzo è un materiale poroso, pertanto tende ad assorbire in diversa misura i liquidi con cui entra in contatto. Quantità molto piccole di sostanze oleose o impregnanti, se immediatamente rimosse, non creano danni, mentre nel caso di quantità abbondanti e di una lunga e costante permanenza sulla pavimentazione non è più possibile rimuoverle in quanto il liquido penetra all’interno della pavimentazione. Nelle situazioni più gravi, dove la pavimentazione è rovinata e contaminata da queste sostanze, si procede al suo ripristino in calcestruzzo e/o con rivestimento in resina.